Le parole chiave del progetto pedagogico dell'Asilo Papaveri e Papere sono tre: crescere, educare ed apprendere.
Per un bambino crescere significa fare esperienza di un incontro felice, il nostro compito è quello di facilitare tale incontro, facendo sì che sia realmente felice, motivante, articolato e costruttivo. Si cerca di creare le condizioni affinché sia possibile, per i bambini, appropriarsi attivamente del mondo, apprendere ciò che è loro necessario e possibile in relazione alle proprie capacità.
Non significa stimolare, richiedere, spingere, ingozzare, controllare, programmare la vita infantile, bensì predisporre le condizioni per incontri positivi con il reale e, attraverso esso, con se stessi.
In questa prospettiva, particolare attenzione vengono ad assumere le dimensioni del linguaggio e della comunicazione. Crescere in competenza comunicativa significa non solo imparare a padroneggiare lo strumento linguistico, ma apprendere il ruolo che la comunicazione ha nelle relazioni umane, le potenzialità che possiede per regolare le relazioni, sostenere il pensiero e risolvere problemi. Questo si ottiene grazie al ruolo delle educatrici ascoltando e accogliendo l’essere del bambino lo aiutano a crescere in un ambiante disposto all’ascolto.
Altri due aspetti importanti per il nostro progetto pedagogico sono L’APPROCCIO LUDICO e L’ATTENZIONE AL BENESSERE QUOTIDIANO.
La valorizzazione della dimensione ludica potrebbe essere considerata la caratteristica principale delle metodologie e delle tecniche usate per perseguire i nostri obiettivi educativi. Giocare è molto più che “fare un’attività”, “usare un giocattolo”, “passare del tempo” o “ricrearsi”.
Giocare significa fare “come se”, esplorare possibilità all’interno di un limite dato, sperimentare regole e regolarità, sintonizzare interazioni e raffinare sequenze d’azione. Giocare è un modo di porsi di fronte al reale, uno stile libero e attivo, curioso e creativo di mettere alla prova il mondo e se stessi. Perché il gioco possa essere realmente tale è necessaria una grande professionalità, che si esprime attraverso le tecniche di animazione ludica.
Animare il gioco significa per noi predisporre contesti e materiali, lanciare e raccogliere proposte, facilitare gli scambi e l’organizzazione del gruppo. Ogni gioco è dunque pensato (nel senso di predisposto, monitorato e finalizzato). L’attenzione alla dimensione ludica è strettamente connessa alla scelta di dare forte priorità, nella struttura, al benessere quotidiano.
Gli obiettivi educativi sono sintetizzabili in quattro fondamentali dimensioni, fortemente legate tra loro:
La realizzazione di esperienze di autonomia permette di rafforzare una identità positiva ma, paradossalmente, solo il senso della propria identità, distinta e indipendente, sorregge i vari
gradini di conquista di autonomia. La progettualità educativa delle nostre proposte include un’attenzione ulteriore a valori condivisi con le famiglie, promuovendo attivamente la cura della
qualità e della bellezza, il valore dell’universalità ed il senso di responsabilità personale.
L’ambientamento al nido, dopo lo svezzamento, è il primo significativo distacco dalla figura materna e dall’ambiente familiare. Consapevoli della delicatezza con cui deve essere affrontata questa fase, è stato pensato un ambiente dove bambini e genitori si possano sentire tranquilli e sereni “come a casa”.
E’ questa infatti la condizione fondamentale per un buon inserimento del bambino al nido.
Il distacco dalla figura familiare avverrà in modo graduale, tenendo conto delle sue prime reazioni e rispettando i suoi tempi. Proprio per questa ragione le modalità di inserimento varieranno da bambino a bambino, pur sempre seguendo lo stesso percorso logico.
PRIMO GIORNO: AMBIENTAMENTO
Il bambino rimane al nido soltanto per un’ora e trascorre tutto il tempo insieme alla mamma e alla sua educatrice di riferimento all’interno del gruppo.
SECONDO GIORNO: IL PRIMO DISTACCO
Il bambino trascorre la prima mezz’ora con la mamma, l’educatrice e il gruppo; nella mezz’ora successiva la mamma farà un primo tentativo di distacco. In questo modo, in base alla reazione del bambino, sarà possibile decidere come proseguire l’inserimento. Se il bambino affronta con serenità questa situazione, si passerà alla fase successiva.
TERZO GIORNO: IL SALUTO
In questa fase è importante che il bambino percepisca che la sua mamma si senta sicura nell’affidarlo, salutandolo, all’educatrice di riferimento. All’interno del gruppo, durante l’ora di permanenza prevista, l’educatrice presterà un’attenzione particolare al piccolo.
QUARTO GIORNO: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
Dopo il saluto è necessario curare l’aspetto igienico dei bambini e il piccolo in inserimento affronta un primo stretto contatto con la sua educatrice la quale, durante il cambio del pannolino, seguirà le indicazioni precedentemente fornite dalla mamma a riguardo .
QUINTO GIORNO: LA PAPPA
Dopo aver seguito lo stesso iter del giorno precedente il piccolo affronterà la prima pappa al nido.
SESTO GIORNO: LA NANNA
E’ un’altra tappa fondamentale dell’inserimento. E’ importante curare la fase di rilassamento che precede la nanna lasciando la possibilità al bambino di mantenere le stesse abitudini e gli stessi rituali di casa per farlo sentire al sicuro.